Quale futuro per l’intelligenza artificiale?



15 febbraio 2024
post su fb

Uora uora arrivo dalla terza edizione del forum AI di Cannes, ho partecipato a tutte e tre le edizioni perchè si svolge a 20km da casa mia.

E’ un salone importante e si coglie facilmente il corso del mercato AI.

2 sono state le indicazioni principali che ho avuto:

La prima che cio’ che tutti fanno è costruire tools sul top dei modelli, pochissimi fanno veramente machine learnig, un po’ per la difficoltà della tecnologia, sopratutto per il tempo necessario ad arrivare veramente sul mercato. Aualcuno che prova ad istruire c’è comunque, anche qui in Italia.

La seconda è che mi pare la volontà sia quella di dotare tutte le applications di qualche tool ai, siti web inclusi: assistenti sul front end, con cui si sotituirà la ricerca, quella di Algolia tanto per intenderci, e si raccoglieranno leads, e assistenti di backend per scrittura traduzione, etc.
Occhio che ci sono già in pista venditori vecchio stampo di qualche azienda leader, riciclati dalla telefonia, che si butteranno nelle aziende per vendere a caro prezzo servizi che dovrebbero essere pagati al consumo e ad un prezzo accessibile.

Il modello piu’ frequente per mettersi sul mercato è quello di specializzarsi su una nicchia e attrezzare con un api i media della nicchia. Quello che fa la differenza in ambito tecnico è la capacità di utilizzare db vettoriali e modello nella maniera piu’ precisa possibile, fine tuning esasperato.
Detto fra noi, è quello che io sto facendo ispirandomi alle due aziende che mi sono piaciute piu’ di tutte: Altilia e Zencoder.

Il consiglio che posso dare per chi intende sia lavorare, che inserire nel proprio panorama media un tool AI, è di farlo sul serio, ossia di crederci: è un lavoro molto creativo e si possono fare delle belle cose fornendo all’utenza servizi gradevoli anche a costi sostenibili, con un po’ di fantasia.

Le strade da percorrere pero’ sono tantissime perchè si deve lavorare sull’infrastruttura, sui modelli, su db, sql e non, sui prompt e tutte le tecniche per comporli, sulle risposte, sul billing e sulle interfacce utente. Dimentico qualcosa?

Tutto questo comporta tempo, lavoro e costi: un grosso investimento, per quello dico che bisogna fare sul serio.

Questo post vuole essere anche un po’ una chiamata alle armi sia degli sviluppatori, webmaster, media manager ed altre professionalità che si aggirano in questo forum e che si caratterizzano per una tendenza ad essere indipendenti, che in questo momento, forse, il modo migliore per restare indipendenti è investire. E condividere.

L’alternativa è che ci si magnino di traverso: Zencoder usato come plugin per gli editors piu’ comuni, scrive codice per sette.

Nella mia organizzazione il punto debole è l’interfaccia sia per quel che riguarda il design che la scrittura del codice js perchè inon ho un partner in quella specializzazione. Ho quindi comprato e messo a girare su Vercel un bel template in vue.

Io a questo punto quindi potrei

1) assumere un indiano che me lo customizzi o che me ne scriva uno con Zencoder e inserilo nel mio organico x 5 usd/ora
2) avere un partner italiano che sviluppa interfacce che capisca che non puo’ piu’ vendere sviluppo a 60 euro/ora ma che deve creare tutta una serie di componenti widgets e vendere quelli. A consumo: si preparino quelli che vogliono investire producendo software di billing per token ai.

Se qualcuno ha dei consigli da darmi o vede una situazione diversa, mai come in questo moento ho bisogno di debrifeare.

17 Novembre 2024

L’unica cosa certa è che nel momento in cui questo articolo verrà pubblicato, diventerà obsoleto. La tecnologia che ruota intorno alla cosiddetta “intelligenza artificiale” infatti non conosce sosta e non conosce presente: avanza in continuazione.

Un ritmo di sviluppo frenetico, i principali modelli AI si dimostrano vieppiu’ stupefacenti, tutti ne restano strabiliati. La cosa strabiliante è sopratutto la loro loquacità. La loro capacità discorsiva. Ma, tolto lo stupore di poter conversare con un robot come se fosse un essere umano, cosa resta?

Queste sono le considerazioni che la lettura di questo articolo ( https://www.ilsole24ore.com/art/start-up-algoritmi-e-llm-avvocati-e-commercialisti-che-punto-siamo-AGLVKB4?refresh_ce=1 )mi ha fatto fare
, ossia un’abbozzo di analisi sul vantaggio reale che l’utilizzo di un AI nel contesto di una web application – preferibilmente in python per il back-end e javascript per il front-end (o app mobile in tutti i sapori) puo’ portare.

1) Assistenti virtuali

Usceri, maggiordomi, cuochi dispensatori di ricette, psicologi, analisti di referti. Il cui scopo è raccontare quello che un utente che non ha voglia o tempo di leggersi la documentazione avrebbe potuto capire lo stesso leggendola. Con in piu’ qualche margine d’errore, visto che l’assistente tende a raccontare anche quello che non sa cammuffandolo nel discorso. Un servizio alla fin fine povero ma che produce un alto tasso di assuefazione. Si diventa “accro'” della chat AI. Fino a quando, come tutte le cose che non servono a granchè, smetti di pagarle, prima, e di usarle poi.

Quanti assistenti virtuali fra quelli in corso di sviluppo resteranno ancora in vita fra due anni? Ma che dico , due, uno. Saranno vecchi alla fine dello sviluppo, è successo lo stesso per la prima ondata di app prodotte sulle api ai.

2) Algoritmi predittivi

Qual’è il vantaggio/costo di implicare l’addestramento di un modello AI per erogare un servizio predittivo (banalmente: i marketers piu’ accaniti penseranno ai risultati sportivi, ma sopratutto analisi economiche, medicali etc etc ) rispetto all’uso di un algoritmo tradizionale? L’ai potrà forse piu’ facilmente organizzare le proprie routines per analizzare delle montagne di dati, ma chi è sicuro che il risultato che l’ AI fornisce sia giusto? Con la matematica, invece, trovata la formula, quando funziona, funziona.

3) Ricerca

Bell’argomento ed la specialità della casa. Ricerca su web? Ricerca su propri documenti? Noi conosciamo bene la ricerca su sito. E qui l’ai funziona. A patto di dargli in pasto i dati nel modo corretto. La precisione semantica che le AI, grazie all’uso dei database vettoriali, hanno, è mostruosa. Anche in questo caso pero’ devo precisare che questa efficacità di ricerca riguarda particolarmente le banche di documenti testuali, perchè sulla ricerca di prodotti e-commerce devo ancora vedere la vera efficacia, e forse, anzichè lavorare con GPT o qualche altro provider AI si potrà continuare ad usare Algolia o Elasticsearch.

In definitiva, ma anche per averlo constatato al salone dell’ ai di cannes, i benefici piu’ grandi l’ai li ha portati ai produttori di hardware che hanno visto un boom delle vendite, grazie alla produzione di gpu e sopratutto nVidia con la scheda h-100 https://www.nvidia.com/fr-fr/data-center/h100/ 5 del costo di 50.000 $), ottimizzata pe LLama.

Poi ai soggetti cloud, con l’opportunità di grandi guadagni data dall’affitto di istanze gpu. Ai venditori di banche dati. A qualche software house per lo sviluppo di progetti, anche da rilasciare open source.
Quelli che vedo meno avvantaggiati, sin’ ora, a parte la meraviglia, sono proprio gli utenti.

Ma ora che ho finito di scrivere tutto potrebbe essere già cambiato, trattandosi di ai.

Intelligenza Artificiale, come, dove, quando, chi e perchè

Oggi è il 27 gennaio del 2023 e dappertutto ormai si parla di intelligenza artificiale, sui blog degli addetti ai lavori, sul social, sui giornali scandalistici e perfino al bar dell’angolo.


Cosa c’era

Tutta questa comunicazione che arriva di colpo rispetto all’intelligenza artificiale non può che insospettirci e renderci scettici e la domanda che ci poniamo è sicuramente questa in che modo l’intelligenza artificiale può veramente essere utile?

Cercherò di spiegarmi meglio: L’intelligenza artificiale ossia il procedimento di apprendimento che un algoritmo può avere in riferimento a dei dati che gli vengono forniti non è una tecnologia che esiste soltanto da due mesi a questa parte. Sono moltissimi anni in realtà che piccoli o grossi players oppure ricercatori privati continuano la ricerca e lo sviluppo di soluzioni.

Per fare qualche esempio il procedimento per cui le commerce di Amazon capisce quali sono i vostri intenti l’acquisto e vi propone gli articoli che lui pensa voi possiate comprare con buone probabilità, oppure l’esperienza del motore di ricerca Google che vi sottopone per primi i risultati di ricerca facendo riferimento a quelle che sono le vostre ricerche precedenti e dallo stesso modo le proposizioni di video su YouTube che seguono il percorso logico delle vostre visualizzazioni precedenti sono degli esempi lampanti di intelligenza artificiale evoluta e sviluppatasi nel corso degli anni.

Tutte le tecniche di riconoscimento vocale di text to Speech o viceversa di speech to text e di analisi dei sentimenti sono tecniche di intelligenza artificiale.

Il riconoscimento facciale che può essere effettuato attraverso delle telecamere per implementare sistemi di sorveglianza o di accesso ad alcuni siti è una tecnica di intelligenza artificiale che viene sviluppata da molto tempo.

Cosa è successo

A questo punto, sapendo che l’intelligenza artificiale ossia le tecnologie di machine learning e Deep learning esistono e sono già presenti nella nostra vita quotidiana da molti anni a questa parte in che modo possiamo giustificare il gran parlare che si fa da qualche settimana sull’intelligenza artificiale?

Quello che è avvenuto di nuovo è stata l’irruzione di microsoft sul mercato tramite la sua controllata openAi ed i relativi prodotti proposti di intelligenza artificiale conversazionale denominati chatGPT.

Da qualche settimana tutti ad eccezione di nessuno parlano, conversano e fanno richieste al motore di intelligenza artificiale chiamato chat-GPT e si stupiscono se le risposte sono esatte, lo sfidano per indurlo in errore oppure gli fanno delle richieste imbarazzanti per vedere come reagisce.

Gli addetti ai lavori

E fra gli addetti ai lavori esiste una sicurezza: L’intelligenza artificiale rappresenta il futuro. È esattamente la stessa affermazione che si era fatta con l’avvento della blockchain e delle relative criptovalute, dopodiché in realtà non sono state trovate moltissime applicazioni pratiche di grande diffusione basate su questo tipo di tecnologia.

Sarà diverso per quel che riguarda l’intelligenza artificiale?

Potrà essere un qualcosa che la massa degli utilizzatori finali utilizzava per migliorare la propria vita o resterà una tecnologia che i grossi players utilizzano per controllare analizzare e quindi influenzare i comportamenti degli utenti finali?

E soprattutto, perché in realtà e poi questo che a noi tecnici interessa, noi che siamo il livello intermedio fra l’utente finale e la Big company, sarà utile e sarà profittevole intraprendere lo sviluppo di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale? E se si, in quali ambiti concreti? E sarà più conveniente rivolgere la nostra attenzione allo sviluppo di soluzioni consumer o alla rifinitura di tecnologie per clienti business?

Conclusioni

Queste ed altre domande determinano la diffidenza di chi è abituato ad analizzare il mercato non sulla base della sensazione del momento ma su basi di concretezza.

Può darsi che col passare del tempo la situazione si chiarifichi e noi addetti ai lavori finalmente riusciremo a capire in che direzione ci dobbiamo dirigere.

Nel frattempo io sarò presente al Word AI Forum che si svolgerà a Cannes dall’ 8 al 12 di febbraio e non mancherò di raccontare quale sarà stata la mia esperienza.